a traduzione letterale, secondo congetture, sarebbe: "Mostaccione delle Enfiagioni'" e indica un'effigie situata all'angolo della contrada delle Cossere, già via degli Antenati, a Brescia: un mascherone rozzamente scolpito, col naso mutilato e un mento a dir poco prominente.
Secondo una leggenda, la causa di quella mutilazione risale a un fatto avvenuto nel XIV secolo. L'anno 1311 vide la calata in Italia di Arrigo VII che, dopo aver attraversato le pianure lombarde, dispose l'assedio a Brescia, città che non aveva rinunciato alla sua realtà guelfa e quindi contraria all'imperatore.
Malgrado l'eroica resistenza, i cittadini dovettero ben presto piegarsi alle forze soverchianti dell'imperatore, che finalmente si dispose a entrare nelle mura cittadine con i dovuti onori.
Ma Arrigo tempo prima aveva giurato, spinto forse da spirito di vendetta verso i bresciani che ostacolavano il suo cammino trionfale, di troncare il naso a chiunque avesse incontrato lungo il tragitto interno alla città, durante la marcia d'occupazione.
Logicamente, i cittadini si guardarono bene dall'uscire dalle loro case! Non sapendo come fare per assolvere il proprio giuramento, l'imperatore chiese consiglio al legato pontificio cardinale Luca Fieschi, il quale gli rispose: "Sire, non vi resta che rivolgere la vostra regale attenzione nonché la vostra spada verso i nasi dipinti e le statue che incontrerete lungo le vie della città!".
Così Arrigo fece tagliare il naso a ogni figura scolpita o dipinta ch'egli vide al suo passaggio e ne abbiamo una prova appunto in questo mascherone dalla bazza spropositata
Enrico VII
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