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narra che una giovane di Sirmione, di nome Quinzia, si fosse
innamorata del poeta Catullo, a sua volta follemente innamorato
di Lesbia. Ma il poeta ben presto si stabilì a Roma,
capitale e centro culturale dell'Impero. Malgrado la lontananza,
il cuore della giovane Quinzia |
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rimaneva
indissolubilmente legato al ricordo dell'amato Catullo.
Quando, tempo dopo la partenza di Catullo dal Garda, giunse
voce della sua morte, la povera Quinzia, affranta dal dolore,
si recò sulle rive del lago e qui pianse tutte le sue
lacrime. Quelle lacrime, cadendo in acqua, formarono sul fondo
un mosaico raffigurante il volto del poeta. Per il dolore Quinzia
morì.
Ancora nell'Ottocento i giovani innamorati e i villeggianti
del luogo uscivano in barca, nelle notti di luna piena, alla
ricerca di quel mosaico fatato. |
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