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Monte Orfano Rovato

Il Monte Orfano è un rilievo isolato che si estende nei territori dei comuni di Coccaglio, Cologne, Erbusco e Rovato per una lunghezza di oltre cinque Km. La sua unica dorsale, diretta da nord-ovest a sud-est, è disegnata da un crinale con andamento ondulatorio irregolare composto da vertici, dossi, cime secondarie, brevi piani e selle, e tocca il punto più alto a 452 metri.
Geologia
Dal punto di vista geologico il Monte Orfano è il più antico e interessante

affioramento della pianura padana ed è composto dal cosiddetto "conglomerato" di natura litorale. In particolare, l' elevata frequenza degli elementi ciottolosi grossolani e la buona estensione conglomeratica presuppongono l' esistenza in loco di un antico delta fluviale. Al monte è stata attribuita un'età da 26 a 5 milioni di anni, mentre il suo aspetto attuale è dovuto all' azione erosiva dei ghiacci che ne modellarono sommità e versanti.

Flora
Il monte è diviso in un versante settentrionale e in un versante meridionale con diversi caratteri botanici. Il versante a Nord, che risente delle correnti fredde e umide provenienti dal Lago d' Iseo, è meno sfruttato per le maggiori difficoltà di accesso e presenta una notevole varietà di specie arboree. La più diffusa è la Castanea Sativa, ma sulle pendici del monte è possibile anche trovare il carpino nero, la robinea, alcune querce, il pino nero, gli olmi e gli ornielli. Il sottobosco è composto in prevalenza da felci aquiline, molinie, edera e festuca solcata.
Il terreno è secco e debolmente acido. Il versante meridionale è caratterizzato da zone coltivate e spiazzi erbosi.
Fauna
La fauna del Monte Orfano è quasi esclusivamente costituita da avifauna, ad esclusione dei leporini e di alcune specie di rettili e anfibi (in particolare il tritone alpino). Sul monte sono presenti: il fagiano, la starna (immessi periodicamente a scopo venatorio), la quaglia, il piccione terraiolo, lo storno, il merlo, il passero, la muttaggia, la civetta, l'allocco, l'assiolo, il barbagianni, la tortora, lo scricciolo, la capinera, il santimpallo, la cincia mora, la cinciallegra, il fringuello, il verdone, il cardellino, il torcicollo, il balestrucio, il pigliamosche, l'usignolo, il cuculo e il pettirosso.
Storia
Per la sua felice posizione geografica il Monte Orfano è stato popolato sin dai tempi antichi: in vetta sono stati trovati resti di insediamenti difensivi risalenti al neolitico e in prossimità della chiesa di san Michele sono numerosi i cocci di ceramica nera rinvenuti e riferibili allo stesso periodo.
Dopo i Celti furono gli etruschi a insediarsi sull'Orfano, edificando nell'estremo sperone occidentale del monte (zona del Convento San Giacomo) una fortezza, utilizzata come base dal grosso delle forze stanziate nel territorio di Coccaglio. Quindi nel quinto secolo d.C. fu la volta dei Cenomani che modificarono il paesaggio con la costruzione di potenti bastioni in pietra e legna a difesa del territorio.
I romani poi ristrutturarono queste fortificazioni, rendendosi conto della notevole importanza strategica e militare del Monte: dove prima sorgeva la fortezza etrusca fu costruita una torre di avvistamento di cui ora rimane soltanto la base. Infine fu la volta dei Longobardi, la cui traccia più significativa è senza dubbio la suggestiva chiesa di San Michele.
Il nome del monte, invece, stando alle fonti risale al 795: secondo alcuni è dovuto al fatto che esso è isolato da altri rilievi, mentre secondo altri "Orfano" starebbe semplicemente a indicare un' altura montana, termine che ha un corrispettivo in altre lingue europee.
Strettamente legata alle vicende umane è anche la vegetazione del monte. Alle origini, infatti, l'Orfano era coperto principalmente da querce nella parte sud e da castagni a nord, le viti compaiono soltanto in periodo romano, mentre per i primi terrazzamenti bisogna arrivare al 1400. Venendo, invece, ai giorni nostri uno degli interventi più significativi (e discussi) è stata l'introduzione del pino nero.
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