|
|
 |
II Comune di Tavernole, un tempo di Cimmo, è
uno dei più antichi della valle. Le due località
si trovano citate già nel XII secolo, quando
la comunità di Cimmo collaborò nel 1123
alla costruzione della pieve di Bovegno. Il nome deriva
da "taberna" (osteria), che può significare
anche officina. Fino al 1927 il nome del comune era
Cimmo, derivante da "shim" o "shima",
oppure dal latino "summus" (cima). Nel 1927
il paese assunse la nuova denominazione di Tavernole-Cimmo
e gli furono aggregati
|
|
|
|
Pezzoro e Marmentino, il quale
ultimo recuperò la propria autonomia nel 1955.
Da vedere:
San Filastrio
È considerato il gioiello artistico e il monumento principe
dell'alta valle. La costruzione è formata da tre ambienti
vicini e distinti: la chiesa al centro, la sacrestia di S. Domenico
a nord e a sud l'armonioso portico terminante con la cappella
di S. Rocco o cappella Amadini dal nome del venerato sacerdote
qui sepolto. Sulla controfacciata due affreschi portano la data
1523, ma presbiterio e pareti interne della navata sono decorati
da affreschi della fine del '400 che si ispirano al Foppa e
al Ferramola. Recentemente restaurata, la sacrestia con volta
a crocera è interamente affrescata con scene della vita
di S. Domenico di tipologia trecentesca mentre la cappella di
San Rocco, dei primi del '500, è decorata con affreschi
votivi ed episodi della vita del santo e di S. Cosma e Girolamo.
Forno Fusorio
L'impianto industriale del forno fusorio sorge a nord dell'abitato,
sul greto dei fiume nelle vicinanze dì un vecchio ponte
ìn pietra ad arco ogivale. Le prime notizie sul forno
si trovano negli "Annali della comunità dì
Pezzaze", dove negli anni 1426 e 1454 sì registrano
spese e affitti inerenti il forno nuovo. Altre fonti comunque
testimoniano l'intensa attività produttiva del forno.
In questo antico complesso confluivano i minerali di ferro estratti
dalle miniere di Collio, Bovegno e Pezzaze, che, ridotti in
barre raggiungevano poi i centri della trasformazione della
media valle dove era attiva la produzione di archibugi ed armi
bianche. Acquistato nei 1874 da Francesco Glisenti, il forno
continuò la sua attività fino all'inizio del '900.
Parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo
apostoli, edificata a partire dal 1899 nel luogo
dove nel 1523 era stata edificata una cappella, della quale
rimane il portale in pietra scura. La dedicazione deriva forse
dai possedimenti tavernolesi dell'omonimo monastero bresciano.
La chiesa attuale fu disegnata da Carlo Melchiotti e contiene,
al secondo altare di sinistra, un polittico d'ispirazione belliniana
(1530 circa) proveniente da San Filastrio. Vi è poi una
pala della Madonna con Bambino e Santi è di scuola del
Celesti, con ai lati due statue lignee attribuite ad Antonio
Callegari. Gli affreschi sono di Giuseppe e Vittorio Trainini
(1924).
Casa Fontana, del `400,
forse con funzioni originarie di albergo.
Parrocchiale di Cimmo, dedicata
a San Calogero, citata già nel 1302, dipendeva dalla
pieve di Bovegno e si costituì in parrocchia nel `400.
L'attuale edificio è frutto di ampliamenti e rimaneggiamenti
del primo `700. La decorazione con stucchi e affreschi è
dovuta a Pietro Scalvini, autore dei quindici ovali (1752) che
attorniano la Vergine del Rosario attribuita al Gandino, della
Trinità e angelo custode (1751) e della Madonna con Bambino
e santi (1765). È invece attribuita a Pier Maria Bagnatore
la Madonna con Bambino e santi (1583) che si trova al centro
dell'ancona maggiore (1774). Notevole una soasa lignea di Giovan
Battista " Boscaì" di Levrange (1749).
Parrocchiale di Pezzoro,
dedicata a San Michele arcangelo, di linee sei-settecentesche,
con decorazioni a stucchi e affreschi del 700. É attribuita
al Pialorsi (Boscaì) di Levrange o ai Bonomini di Bione
la settecentesca soasa dell'altar maggiore, contenente la pala
di San Michele forse di Francesco Giugno. V'è inoltre
un ritratto di San Carlo Borromeo attribuito a Grazio Cossali
(1610 circa). |
|
|
|