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Brescia è oggi una fiorente città industriale, centro
espansivo di modernità tecnologica e di pensiero, una realtà
proiettata al futuro, dalle sue università ai servizi al
cittadino. Dal dopoguerra vantiamo un impegno al progresso rapido
e deciso, fiero come la sua gente e saldo nei suoi obbiettivi: portarci
presto sul tavolo del confronto internazionale, senza nulla invidiare
ad altri maggiori centri urbani.
Ma un tempo fu anche Brixia. Fu una villa mollemente adagiata sul
suo scuro, fertile terreno, costruita attorno ai quadrati pietrosi
delle prime strade dell'impero, sostituendosi pian piano agli acccampamenti
turriti, di legno, conoscendo un po' alla volta mura, fontane e
piazze. È stato istituito il foro ed eretto il teatro, si
è creata, scavando le sue fondamenta fra quelle dei villaggi
celtici ormai annichiliti dal tempo. E sotto di essi ancora: i resti
di culture e uomini che hanno vissuto e sono morti fra le sue valli
e le colline, bevendo alle acque chiare che si disegnano ancora
sul territorio e pregando, probabilmente. Avulse divinità
e templi e fauni abitavano allora le sacre pendici del colle Cidneo.
Milioni di storie dimenticate e voci zittite, epoche lontane che
hanno fatto il nostro oggi, credete, riposano ancora qui, attorno
a noi. Sono nei musei e nelle memorie della nostra gente, nei palazzi,
negli oggetti, nei lavori, basta saper cercare
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