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Nel 1836 Brescia e provincia vennero investite dal colera e i morti
furono diecimila, il fermento ideologico (anti-austriaco) che era
andato crescendo in qusti anni subì una brusca frenata ma
non si estinse del tutto. Il risentimento verso l'oppressore era
fortissimo in tutta la popolazione e così il 23 marzo del
1849 scoppia la rivolta.
I Giornata: la goccia che fece traboccare il vaso
fu la pretesa del pagamento di una multa che venne imposta già
nel gennaio dal maresciallo Haynau, per via del comportamento
non collaborativo dei Bresciani. Il popolo scese per le strade inneggiando
alla rivolta.
II Giornata: nottetempo gli austriaci danno la stura
al bombardamento della città dal castello.
III Giornata: regna una relativa calma, la città
organizza le difese in attesa delle truppe austriache provenienti
da Mantova con al comando il generale Nugent.
IV Giornata: Nugent al comando di 1.000 uomini è
fermato da un centinaio di insorti con a capo Tito Speri,
si sospende il combattimento e si addiviene ad una trattativa. Nugent
propone al comitato di difesa di fermare l'attacco ma i Bresciani
non accettando di deporre le armi riaccendono il conflitto. Continuano
nel frattempo i bombardamenti da castello.
V Giornata: proseguono i bombardamenti che danneggiano
il Duomo, la Loggia, il teatro Grande e un gran numero di abitazioni.
A porta Torrelunga Tito Speri riesce a bloccare gli Austriaci che
si ritirano a S. Eufemia.
VI Giornata: alcuni cecchini si appostano sui Ronchi
e sulla torre del Pegol per cercare di colpire gli Austriaci isolati
sul castello. Un gruppo di ribelli Bresciani entra in S. Eufemia
ma viene costretto alla ritirata. Arrivano notizie contraddittorie
in merito alla situazione bellica in Lombardia, Brescia aderisce
alla falsa notizia secondo la quale gli Austriaci sconfitti si sarebbero
ritirati dalla Lombardia.
VII Giornata: il comitato di difesa é fermo
nell'intenzione di difendere la città fino all'ultimo uomo,
impedisce ogni iniziativa autonoma fuori dalle mura senza sua autorizzazione
e la banda del Boifava scende dai Ronchi. I bombardamenti si concentrano
su porta Torrelunga ove i Bresciani avevano eretto la barriccata
principale.
VIII Giornata: il Nugent riceve rinforzi grazie ai
quali riesce ad accerchiare quasi completamente la città
che rimane sotto bombardamento. La banda Boifava è
ormai rdotta a pochi uomini e così viene sciolta.
IX Giornata: Haynau arriva a Brescia da Padova e riesce
a penetrare in castello con un battaglione attraverso la via del
soccorso e assunto il comando impone a Brescia di arrendersi incondizionatamente
a pena della distruzione della città. I Bresciani per tutta
risposta lo sfidarono al grido di: "Guerra". I bombardamenti
riprendono come pure gli attacchi austriaci alle porte e durante
uno di questi viene colpito mortalmente il Nugent. Nottetempo si
riunisce il consiglio, prevale la linea della resa immediata.
X Giornata: ormai gli Austriaci non trovano più
grandi resistenze e così incominciano a saccheggiare e massacrare
senza ritegno mentre alcune autorità bresciane tentano di
trattare la resa. Alla fine i Bresciani morti saranno circa mille.
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