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A Brescia venne concesso il diritto latino nel 89 a.C., ed in seguito
(nell'anno 49 a.C.), durante il consolato di Giulio Cesare,
la cittadinanza romana. L'urbe guadagnò così
un ordinamento municipale autonomo (era governata dai quattuorviri),
con un proprio Senato e propri magistrati; la distinzione tra i
cittadini veniva dettata dal censo o dai meriti di guerra.
L'imperatore Ottaviano Augusto nel 26 a.C. elevò Brescia
a colonia civica augusta e la attribuì alla tribù
Fabia. Sempre Ottaviano diede il via alla costruzione dell'acquedotto,
lungo circa 25 Km, che dall'odierna Lumezzane si sarebbe
esteso fino al Cidneo, e che avrebbe visto il termine solo sotto
l'impero del figlio Tiberio. Ma sarà nel 73 d.C. che
Flavio Vespasiano ordina la costruzione della struttura forse
più nota e vicina al cuore dei bresciani: il Capitolium
(cioè il tempio Capitolino o di Vespasiano a lui stesso,
appunto, dedicato) che oggi ospita il Museo Romano. Piazza
del Foro, che si discosta solo per le ridotte dimensioni rispetto
al foro originale, e che dobbiamo immaginare gremita ogni giorno
non solo per i suoi mercati, ma anche per le feste e le occasioni
mondane, dovette rivestire una non indifferente rilevanza politica,
oltre che essere luogo di celebrazione del gusto più ricco
e raffinato. E come oggi anche allora, la sera, i giovani passeggiavano
fra i suoi lunghi colonnati discorrendo delle novità della
vita cittadina.
Per quanto riguarda, invece, le popolazioni delle nostre valli (Camonica,
Trompia, e Sabbia), qui abitavano i coriacei e saldi
"Reti" (che devono probabilmente il nome alle Alpi
Retiche) e che solo nel 15 a.C. Roma riuscì a piegare assoggettandole
in via definitiva all'Impero.
La Brixia romana raggiunge, intorno al 96 d.C., la massima espansione
urbanistica (29 ettari) e demografica (circa 9.000 abitanti).
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