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(11 novembre). Il centro storico di Cerveno,
che si trova a lato della chiesa parrocchiale, conserva l'aspetto
tipico del borgo medievale: case addossate, strade strette
in salita, piazze esigue e i tipici archivolti.
I portali in pietra degli edifici, costruiti con materiale
detritico della Concarena e calcare di Esino, riportano ancora
incise la data della loro costruzione, in alcuni casi l'inizio
del '400, ma sono più numerosi gli edifici risalenti
al '500/'600, un periodo di prosperità economica.
La struttura dei portali è quella tipica dell'arco
a tutto sesto o ad ogiva oppure con architrave piano, poggiato
su mensole sagomate, come nei portali "a gruccia".
Numerose sono le fontane in pietra e granito che, dall'inizio
del secolo scorso, forniscono acqua buona a tutto il paese.
Sono ancora visitabili l'antico mulino ad acqua, presumibilmente
del '500 e recentemente ristrutturato, il caseificio ternario,
che necessita di interventi conservativi, e una "calchera"
per la produzione della calce.
Cosa vedere:
Santuario della Via Crucis
Il Santuario della Via Crucis è notissimo in tutta
la zona e meta di pellegrinaggi da ogni parte della valle;
consiste in una sorta di galleria a gradoni in salita, eretta
a lato della parrocchiale, sui due fianchi della quale si
aprono quattordici cappelle-stazioni, capolavoro dell'intaglio
ligneo nel '700. Le cappelle, raccolte ai lati di una scalinata,
custodiscono un unico edificio la cui facciata dà sulla
piccola piazza di Cerveno. Le stazioni sono composte da gruppi
scultorei in legno e gesso per un totale di 198 statue, in
gran parte opera dello scultore Beniamino Simoni da Saviore,
completate fra il 1752 e il 1764. Le stazioni VIII -IX - X
sono state completate dai nipoti del Fantoni, mentre la XIV
è dell'artista milanese Selleroni (quella originale
del Simoni è conservata nel Duomo di Breno). Gli affreschi
alle pareti sono dello Scotti e dei fratelli Corbellini. L'entrata
abituale al Santuario avviene attraverso la porta principale
della chiesa parrocchiale, che si apre di fronte alla prima
cappella; la altre stazioni seguono sul muro settentrionale
in discesa e poi risalgono sul lato opposto fino alla grande
cappella della Deposizione, situata sul fondo dell'edificio
stesso. La quattordicesima stazione finì in una cappella
privata di Breno e si trova oggi in Duomo, quella che occupa
il suo posto nel santuario fu realizzata nel 1869 dal milanese
Selleroni. Gli affreschi alle pareti sono dello Scotti e del
Corbellini.
Parrocchiale di San Martino di Tours
La chiesa parrocchiale di S. Martino di Tours fu eretta nel
'200 sul luogo di un antico castello medievale o di una rocca
fortificata; conserva della struttura romanica poche e dubbie
tracce. L'attuale edificio fu iniziato nel '400 e completato
nel '600. Nel '700 Andrea Fantoni e la sua bottega realizzarono
due confessionali e la cornice della Pala dell'altar maggiore,
oltre ad alcune strutture. La pala della Madonna del Rosario
è del palazzolese Coggi (1741). Restano tracce degli
affreschi quattrocenteschi, il battistero del Concelli e tele
di Andrea Celesti e Pompeo Ghitti. Annesso alla parrocchiale
vi è l'oratorio della Madonna del Carmine in cui, grazie
ai restauri del 1974, sono stati recuperati affreschi del
'400-500 formanti un ciclo sulla vita della Madonna. Nella
volta, il medaglione raffigura il Cristo "Lux mundi"
circondato da Evangelisti, Santi, Padri della Chiesa.
L'Oratorio della Madonna del Carmine
è annesso alla parrocchiale. Dopo un restauro del 1974
sono stati recentemente recuperati affreschi del 1400 e del
1500. Questi formano un ciclo: Crocifissione, Annunciazione,
Santi, Visitazione, San Gioacchino e Sat'Anna, Presentazione
di Maria, Madonna in trono. Nella volta, il medaglione raffigura
il Cristo "Lux mundi" circondato da Evangelisti,
Santi, Padri.
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