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L'edificazione
(753) del monastero benedettino femminile di S. Salvatore (successivamente
chiamato di Santa Giulia) risale al tempo dei Longobardi e la
sua fondazione è specificatamente da riferire a Desiderio,
tre anni prima di divenire re, ed alla sua consorte Ansa.
Il sovrano longobardo dotò il cenobio benedettino (governato
dalla figlia badessa Ansilperga) di un notevolissimo patrimonio
fondiario ed immobiliare, esteso ben oltre i confini bresciani;
al monastero faceva capo un'intensa attività di scambi
commerciali.
Questo fervore economico radicatosi intorno al monastero trovava
la sua ragion d'essere nel |
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ruolo chiave, sia politico che sociale, da esso ricoperto come
monastero "regio".
La tradizione storica vuole che proprio in S. Giulia si consumasse
la straziante vicenda umana di Ermengarda, figlia di re Desiderio
e sposa reietta di Carlo Magno (re dei Franchi).
Fin dai primi anni successivi all'unità d'Italia si intuì
l'innata propensione per una destinazione museale dell'imponente
complesso conventuale di S.Giulia. L'importante monastero desideriano,
emblema culturale e storico di Brescia, trova ubicazione in via
dei Musei ed è oggi sede del Museo della Città.
Il complesso comprende la basilica di S. Salvatore, a tre navate
con colonne parzialmente recuperate in loco da edifici romani, senza
abside e senza facciata, che però - come provano i più
recenti studi e scavi - non è quella voluta originariamente
da Desiderio ma una edificazione
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successiva (inizio IX
secolo), sovrapposta ad una chiesa preesistente ad una navata e tre
absidi - questa sì - corrispondente all'originale chiesa di
San Salvatore a sua volta soprastante un edificio di epoca romana:
la casa del ninfeo (presumibilmente costruito nel I secolo d.C. ed
abbattuto nel V).
Il campanile costruito tra il XIII e il XIV secolo fu affrescato intorno
al 1520 dal Romanino
In San Salvatore si possono ammirare alcuni affreschi di Paolo da
Caylina il Giovane (XVI sec.) oltre ad alcuni frammenti di affreschi
risalenti all'epoca carolingia.
Nel 1466 la facciata di S. Salvatore venne abbattuta per aggiungervi
il Coro delle Monache che più tardi (seconda metà del
XVI secolo) diverrà il presbiterio della chiesa di S. Giulia.
Il sacello di Santa Maria in Solario venne integrato, nell'ambito
di una ristrutturazione avvenuta intorno alla metà del XII
secolo, al monastero desideriano. |
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A pianta quadrata, con
forme romaniche, venne costruito in medolo (una pietra locale); l'edificio
è coronato da un tiburio ottagonale con loggetta di archi a
tutto sesto sovrastati da una fila di archetti pensili che vi gira
tutt'intorno. |
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L'interno è strutturato a
due piani messi in comunicazione da una scaletta di pietra. Il piano
inferiore, illuminato da due finestrelle, non presenta aspetti di
decorazione e per questo si pensa avesse funzione di sola custodia
del tesoro del monastero costituito da oggetti liturgici di grande
valore, codici miniati, reliquiari. Lo spazio è caratterizzato
da quattro volte a crociera sostenute al centro da un'ara romana,
nella fattispecie facente funzione di pilastro, che porta l'epigrafe:
"Deo Soli Res Publ.(ca)". Il piano superiore, costituito
da uno spazio a pianta quadrata e tre absidiole ricavate nella parete
orientale , si presenta interamente affrescato. Gran parte di questi
affreschi, raffiguranti scene della vita di Cristo, Madonne in trono
e figure di santi sono riferibili a Floriano Ferramola (II-III decennio
del XVI secolo) . |
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Orari:
da giugno a settembre ore 10-17
da ottobre a maggio ore 9.30-13 e 14-17
-chiuso il lunedì-
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