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L'antica e nobile famiglia bresciana dei Martinengo lasciò testimonianze del suo prestigio lungo tutto il corso dell'Oglio distinguendosi in vari rami identificati dalla provenienza, fortificò il percorso del fiume, ma costruì anche dimore residenziali estive.
Non è la solida, ma fredda pietra a caratterizzare i castelli della pianura. Non le rocche inespugnabili. Più semplicemente sono i mattoni a contraddistinguere tutte le antiche dimore di campagna dei Martinengo. E non poteva essere diversamente in una terra come questa ricca di argilla e di acqua. Il caldo colore dei mattoni regala a queste costruzioni dai tratti semplici e duri, un fascino forse più rustico, ma anche più intimo e queste tracce del passato non ci raccontano solo conflitti e battaglie, ma ci suggeriscono anche scene di vita quotidiana.Impronte della storia giunte fino a noi, anche se purtroppo non sempre ben conservate, che ancora mostrano il loro prestigio e rievocano nobili imprese. Da Urago d'Oglio a Villagana un percorso a ritroso nel tempo accompagnati dallo scorrere lento del fiume, e dalla quieta atmosfera della campagna.
Ville e Castelli - 2a parte
Le dimore Martinengo
Bagnolo Mella
Bedizzole
Carpenedolo
Chiari
Ghedi
Manerbio
Montichiari -
Il Castello
oPieve di San Pancrazio
Museo Civiltà Contadina
Museo Lirico R.Storchio
Orzinuovi
Palazzolo sull'Oglio
Pontevico
Travagliato
Verolanuova
Verolavecchia

Padernello
Barco
Villachiara
Villagana
Lo stema dei Martinengo
Urago d'Oglio
Fu il primo dei castelli fatti costruire dai Martinengo dopo che il 30 Gennaio 1380 il territorio di Urago venne costituito in signoria feudale sotto la giurisdizione di Prevosto Martinengo. Sorto sulle basi di una più antica torre, fu insieme castello e residenza signorile posta a sovrastare, da una piccola altura il fiume Oglio, l'importante corso d'acqua che nel corso dei secoli fu teatro di scontri e commerci e che scorreva quasi interamente nelle proprietà della nobile famiglia bresciana. Diviso in quattro proprietà già nel XV secolo, incendiato da condottieri milanese nel 1427 subì tali rimaneggiamenti, modifiche e distruzioni da non essere più ben identificabile nelle nobili linee originarie. Dapprima severa rocca da difesa, venne in seguito ingentilito con loggette e terrazze. Sul torrione d'ingresso, in cotto, è raffigurata l'aquila dei Martinengo.
Roccafranca
L'antica Garbagnate, già feudo vescovile, conserva la rocca medievale, dalla quale il paese ha preso il nome quando divenne feudo laico, ed un insieme di edifici di varie epoche dal XIV al XVI secolo. Fu il palazzo, costruito tra il XV ed il XVII secolo, ad ospitare i Martinengo la cui proprietà è testimoniate da un bellissimo stemma con aquila scolpito, in bassorilievo, nel secolo XVI, posto sulla torre colombara.
A Barco, poco lontano da Orzinuovi, troviamo i ruderi delle possenti mura erette da Gio. Francesco Martinengo,fedele condottiero veneto, nel 1463, sulla base di più antiche costruzioni. Dell'importante e severo edificio edificato su un piccola altura non rimane che la torre d'angolo. Troppo poco per evocare lo splendore citato alla fine del cinquecento dove il castello era descritto con magnifiche sale, giardini con aranci, limoni e cedri, fontane, giochi d'acqua e labirinti. Venezia insignì il Martinengo del titolo di conte di Barco nel 1487 creando in questo modo uno dei pochi feudi nobili del bresciano sotto il suo dominio.
Sorprende l'arrivo a Villachiara dove il castello sembra letteralmente sbucare da terra con le torri cilindriche, nella piazza centrale del piccolo borgo. Il fossato che lo circondava è ora prato e giardino, ma il fascino è intatto. Costruito, nelle sue prime forme, sul finire del 300, in parte palazzo e in parte castello residenziale con torri e ponte levatoio è un curioso edificio rimaneggiato tra il 1450 ed il 1530. Probabilmente sorto, come spesso accade su fortificazioni precedenti all'interno dell'antico castrum, fu testimone di delitti e amori che ebbero vasta eco e residenza di Marcantonio Martinengo (1546) che, al servizio di Venezia, si distinse nella battaglia di Lepanto. Documenti storici parlano della presenza dei celebri fratelli Campi come decoratori sia per le sale interne che per gli affreschi esterni con putti festanti.
Altri affreschi cinquecenteschi si intravedono nell'androne d'ingresso.
Padernello (frazione di Borgo San Giacomo)
Appartenuto ai Martinengo detti appunto di Padernello, fu edificato sul finire del XV secolo in mattoni a vista. La mole ancora maestosa, nonostante l'abbandono, si specchia nel fossato che la cinge. Caditoie, mensole e cornicioni con torri e mastio contribuiscono ad aggiungere movimento e fascino architettonico a questa bassa e solida costruzione di pianura. Non fu mai castello da difesa , ma residenza signorile adatta alle esigenze dell'epoca, rimaneggiata nel settecento ad opera del Marchetti che intervenne all'interno e fece aggiungere i balconcini in ferro alle finestre.
Attigua al castello è una cascina neogotica e quindi il borgo.
L'insieme è di particolare suggestione.
Villagana (frazione di Villachiara)
L'originale bella residenza voluta dal conte Bartolomeo Martinengo ha subito molte trasformazioni anche recenti, ma l'insieme è ancora d'effetto. Ben conservati il portico rinascimentale , il torrione forse quattrocentesco , l'ingresso con cancello e pilastri barocchi ed un piccolo palazzo del XVI secolo con loggetta.
Tutte le attigue dipendenze rurali sono oggi trasformate in una grande azienda agricola.
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