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A Verolanuova (da "verona", che in
reto-ligure significa fiume) i Gambara hanno
lasciato traccia nel castel Merlino, loro prima residenza,
e nel Palazzo Gambara, dove si trasferirono in seguito,
oggi sede del municipio. Alla loro committenza si anche
deve la presenza nella chiesa di San Lorenzo di due
importanti dipinti del Tiepolo. Reperti archeologici
provano che il luogo fu abitato in epoca più
antica; monete del periodo romano sono state comunque
ritrovate alla Ca' Bianca. I longobardi abitarono probabilmente
a Scorzarolo
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di Verolavecchia e a Breda.
La Parrocchiale di San Lorenzo Martire custodisce un
importante tesoro d'arte. Nel 1580 il cardinale Borromeo
raccomandò ai Gambara di ingrandire la chiesa esistente
e fu consacrata nel 1647, anche se l'alta cupola (sormontata
da un grande Angelo in rame) fu completata solo all'inizio
dell'700. E' a croce latina e sorse dov'era precedentemente
una chiesa dei Disciplini.
La volta all'interno è a botte liscia, sostenuta da
larghe lesene corinzie sormontate da un elaborato cornicione
con fregio rinascimentale in rilievo, che gira per tutta la
chiesa. Tra le opere d'arte due tele, Caduta della manna
e Sacrificio di Melchisedech, eseguite in grandi dimensioni
nel 1740-41 da Giambattista Tiepolo.
Inoltre dipinti di Andrea Celesti (Assunta,
Natività di Maria e Martirio di San Lorenzo,
di Pietro Ricchi detto il Lucchese (San Francesco
Saverio), di Andrea Bertanza, di Francesco Maffei
(Angelo custode e Ultima Cena), di Giovan
Battista Trotti detto il Malosso (Madonna e
Santi) e del Ciavichino. Tale concorso di grandi
artisti è dovuto al munifico mecenatismo dei Gambara.
Il Palazzo Gambara (proprietà del comune dal
1919) sorge nel nucleo antico di Verolanuova in piazza
della Libertà. Fu edificato nel '500 dall'architetto
Dionisio Baldo di Pralboino per volontà di Ranutio,
figlio di Brunoro.
Da vedere anche il Castel Merlino (edificato dai Gambara
forse su una precedente fortificazione), e la Chiesa di
San Rocco
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