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Il Museo della Civiltà contadina di Calvisano
ha sede nella ex-chiesa di S. Michele (XV secolo).
L'edificio, dal semplice stile romanico, sorge un po'
isolato, quasi di fronte al castello dei conti Lechi
che lo hanno reso disponibile per questo uso. Dal
sagrato erboso si entra nell'ampia navata con grandi
arcate e il tetto a capriate: su lunghi tavoli, appesi
alle pareti o appoggiati a terra gli attrezzi di più
grandi dimensioni. Sono contenuti circa mille pezzi,
quasi tutti provenienti dalle zone limitrofe della
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pianura bresciana. Il Museo, realizzato col deposito volontario
di privati, è stato allestito ed è tuttora aggiornato
e custodito con lavoro volontario, ha ottenuto il riconoscimento
della Provincia e della Regione.
Gli attrezzi sono accostati per settori: torchi e strumenti
per la vinificazione, vari tipi di carri agricoli
e calessi, aratri (il più antico è
del Seicento); alcune grandi macchine, esposte all'esterno,
propongono il ciclo completo della trebbiatura. Ci sono gioghi,
selle, briglie e morsi; caldaie,
stampi, misure per trasformare il latte in burro e
formaggio; incudini e fucine, tenaglie e
martelli del fabbroferraio e del maniscalco; la mola
dell'arrotino, le lesine del calzolaio, o i ferri
del mestiere di calderai, barbieri, ombrellai, carradori,
muratori. Ci sono pettini, mulinelli, navette,
rocchette, telai per tessere lino e canapa;
gli attrezzi del lavoro domestico e della cucina. C'è
infine un piccolo reparto riservato all'infanzia: culle, seggioloni,
panchette, pallottolieri, bambole, carrettini, piccoli giochi
per accendere la fantasia.
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