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MONTIRONE
Palazzo Lechi
Il palazzo che oggi si incontra maestoso sulla strada principale, sorse nel 1739 ad opera dell'architetto Marco Antonio Turbino che, in luogo di più antichi e modesti edifici, edificò un vasto complesso composto dalla casa padronale avanzata di 20 metri rispetto agli edifici adiacenti per ottenere un effetto scenografico. La facciata si presenta con portale d'ingresso fiancheggiato da alte colonne che sostengono un balcone di pietra ed è ingentilita da una serie di finestre equamente ripartite e variamente

ornate, ma con una studiata distanza tra loro per accentuare l'effetto scenografico desiderato. Sui tetti delle facciate laterali si innalzano eleganti loggette. L'interno è riccamente decorato con stucchi e affreschi opera di artisti quali Carloni, Scalvini e Zadei. Bellissimo anche il giardino all'italiana. Nulla sembra lasciato al caso in questa prestigiosa residenza, dotata anche di cappella e scuderia, che è stata definita uno splendido esempio del connubio architettura - natura espresso dal roccocò.
CALVISANO
Palazzo Lechi già Polini
Inizialmente ideato compiutamente con quattro torri, il severo e alto palazzo voluto dalla famiglia Polini è in realtà un palazzo rurale incompiuto. Giovan Maria Polini ed il fratello Don Carlo, abate di San Martino, ne sospesero la costruzione verso il 1730 probabilmente perchè era ormai inutile continuare la costruzione, che avrebbe dovuto risultare grandiosa, poiché la famiglia era composta da sole due persone. La dimora con le due torri ed i mattoni a vista ha un suo particolare fascino dato anche dall'elegante semplicità delle linee che si innalzano dal verde dei prati circostanti. All'interno presenta un vasto cortile fiancheggiato da basse costruzioni che terminano con torri colombaie. Tutto il grande brolo è cinto da mura con sei torri.
PRALBOINO
Palazzo Gambara
Sul luogo che fu di un castello trecentesco sorge oggi il palazzo settecentesco dei Gambara. Trasformato già a partire dalla seconda metà del quattrocento, l'attuale palazzo subì vari rimaneggiamenti che ne trasformarono l'identità. Tra le sue mura ospitò personaggi famosi sia appartenenti alla famiglia Gambara, come Veronica ,apprezzata poetessa, che andò sposa al marchese Gilberto da Correggio nel 1508, sia illustri come l'imperatore Massimiliano, nel 1516. Nel 1610 figura annotato nel catastico di Giovanni Da Lezze con ponte levatoio, rocca e molte case, ma con muraglie già in rovina. Fu poi completamente fatto ricostruire a partire dal 1782 dal conte Alemanno Gambara che affidò il progetto all'abate Gaspare Turbini il quale racchiuse il grandioso palazzo che ancora oggi possiamo osservare all'interno delle mura medievali. Bello il non consueto doppio portale d'ingresso con balcone in pietra e decorazioni di gusto neoclassico.
ALFIANELLO
La presenza del castello appartenuto agli Avogadro e circondato da muraglie è testimoniata dal perimetro del fossato, oggi coltivato e soprattutto dalla torre-porta d'ingresso trasformata in campanile. Posto sul fiume e quindi sulla linea di confine, il castello fu oggetto di scorrerie dei Visconti nel 1447,ma era già presente più anticamente poiché fu rifugio per ghibellini bresciani nel 1267.
SENIGA
Villa Fenaroli
Anche in questo caso, come quasi sempre accade, la scenografica costruzione che si scorge dalla strada che, costeggiando il fiume Oglio, si dirige verso la provincia cremonese, ha preso il posto di un preesistente castello la cui struttura si riconosce negli avancorpi della villa:le antiche torri. Fatto costruire nel 1678 dalla potente famiglia dei Poncarali, fra le più antiche di Brescia, il complesso è composto da vari fabbricati. Il portale d'ingresso con colonne ioniche in stucco e balaustra si affaccia in paese ed è posteriore rispetto alla villa che invece si può scorgere incorniciata dal verde sulla riva del fiume. La bella prospettiva di cui si può godere è merito del giardino che scende terrazzato verso il fiume, dapprima con due rami interrotti da un piccolo giardino pensile all'italiana e poi con un'unica rampa fiancheggiata da statue di divinità agresti. E' uno dei pochi esempi del genere nel bresciano e la sua architettura si stempera poi nel parco sull'Oglio ricco di piante secolari.Il complesso è composto anche da un'ampia e bella corte rurale.
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Montirone: Palazzo Lechi
Calvisano: Palazzo Lechi
Pralboino: Palazzo Gambara
Seniga: Villa Fenaroli
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