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Le comitive turistiche che visitano la Bassa Bresciana
puntano in genere su Verolanuova per la presenza dei
due immensi teleri del Tiepolo, trascurando la vicina
Verolavecchia. E' un vero peccato, perché quest'ultima
infatti è anch'essa degna di essere vista perché,
pur quieta e tranquilla, ha diverse cose da offrire
al visitatore, legata alle memorie dei Montini e
degli Alghisi.
Il nome di Verola potrebbe venire dal reto/ligure
Verona, che significa fiume, per la presenza
dello Strone oltre che di
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rogge e seriole, così numerose nella nostra provincia.
Probabilmente, Verolavecchia fu un grande "fundus"
agrario in epoca romana, comprovato da lapidi ritrovate a
Scorzarolo e a Monticelli d'Oglio, dove abitava
quella bellissima Marzia Provaglio Cesaresco Martinengo,
che tanto piacque al Foscolo.
Cosa vedere:
La maestosa Parrocchiale,
dedicata ai Santi Pietro e Paolo,
avviata nel 1767 su una precedente costruzione. All'interno
domina il pittore salodiano Sante Cattaneo, vissuto
a cavallo del 7/'800, ma c'è anche un quadro di Francesco
Savanni, pittore conosciuto anche nella parrocchiale di
Fiumicello di Brescia, autore di un'ultima cena.
Del Castello è
rimasta sostanzialmente una torre.
Da ricordare il teatro
dedicato a Giorgio Montini,
il padre di Papa Paolo VI, imparentato con gli Alghisi
dei quali rimane la bella villa alla periferia del paese,
oggi Montini.
Appena fuori 2 chilometri dal paese, al cimitero c'è
la bella cappelletta dedicata
ai santi Vito e Modesto,
protettori della campagna e del bestiame. Custodisce una bella
tela attribuita al Moretto e proprio accanto ad essa
nel 1778 il parroco Francesco Semenzi fece costruire lontano
dal paese il cimitero, anticipando così di parecchio
l'editto napoleonico di Saint Cloud del 1804.
A Scorzarolo o Scorsarolo, a nord del paese
oltre il fiume Strone, è possibile vedere l'antico
chiostro dei Domenicani.
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