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Adro

Situato ai piedi del Monte Alto (m.651), Adro ha origini antiche testimoniate dal ritrovamento di reperti del neolitico nella frazione di Torbiato e da tombe con corredi sia tardo romaniche sia di epoca longobarda. Il primo nucleo abitativo sorto in collina, possedeva nel medioevo un sistema difensivo di cui ora rimangono ruderi trecenteschi e la torre ghibellina che domina il paese. L'origine del nome è di dubbia derivazione: forse dal latino Ater (nero, fosco) o da acer per la presenza di aceri. Figura come "Atro" in un

documento dell'822 del monastero di San Salvatore in Brescia. Appartenuto alla quadra di Palazzolo in epoca viscontea, si sviluppò economicamente sotto la dominazione veneta. Molto conosciute le filande di seta già operanti nei primi anni dell'Ottocento. Il paese gode di un clima particolarmente mite e presenta un piacevole gruppo di antichi edifici civili e religiosi ben restaurati. Ricchissima è la stagione di eventi e concerti organizzata dal locale Complesso filarmonico Giacomo Puccini nell'omonimo spazio culturale.
Da vedere:
Severo, ma elegante è il secentesco Palazzo Bargnani Dandolo, oggi sede del Municipio Appartenuto alla famiglia Dandolo di cui si ricordano Enrico ed Emilio, eroi del Risorgimento. Nell'ottocento fu sede di un celebre salotto di cultura della contessa Ermellina Maselli Dandolo frequentato da letterati e patrioti quali Cavour, Verdi e Boito. Il palazzo contiene ancora oggi documenti ed opere della famiglia tra i quali un dipinto dal Pitocchetto. Curiosa la cappella gentilizia dalla forma ellittica che gli sorge accanto. Fatta costruire alla fine del seicento da Nicola Bargnani è dedicata ai santi Bartolomeo e Urbano e conserva una pala attribuita al Celesti (1637-1716). L'interno è un grande ovale ad aula unica decorato da pregevoli tele facenti parte del lascito Dandolo.
La parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista, edificata tra il XVII ed il XVIII secolo su ampliamento di un precedente edificio, si affaccia su una bella piazza decorata da una fontana attribuita alla scuola di Rodolfo Vantini. All'interno, ricco di decorazioni barocche, si possono ammirare opere lignee dei Fantoni di Rovetta e affreschi del Teosa (1760-1848). Intarsi di marmi policromi caratterizzano gli altari della navata centrale e delle cappelle. La pala dell'altare di San Giuseppe è attribuita ad Antonio Cifrondi (1657-1730). Il grazioso coro ligneo è opera del XVI secolo. Non mancano artistiche cancellate e grate in ferro battuto, tipico esempio dell'artigianato di Franciacorta. Monumento nazionale è dichiarata l'antica parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta. Oggi chiesa del cimitero, fu edificata tra il trecento ed il quattrocento ed ampliata nel 1505. L'interno, ad aula unica con quattro arcate a sesto acuto, è coperto da un importante ciclo di affreschi cinquecenteschi che illustrano la vita di Maria, profeti, sibille, evangelisti e scene bibliche. Alcuni sono attribuiti alla scuola del Ferramola (1480 c.-1528). A testimonianza della vocazione vitivinicola del borgo, vi è inoltre più volte raffigurato lo stemma di Adro: una lettera A con tre grappoli di uva. Il campanile è settecentesco. Si può raggiungere con una breve passeggiata dalla piazza centrale per godere di un vasto panorama.
Fuori porta, verso la campagna, si erge la chiesetta più antica di Adro: Santa Maria in Favento. Di origine altomedievale, la piccola chiesa ha un bel pronao per il riparo dei viandanti con affreschi cinquecenteschi tra i quali San Cristoforo protettore dei pellegrini. L'interno è semplice e reso armonioso e policromo dai notevoli affreschi quattrocenteschi tra i quali spiccano la Madonna con bambino, l'Annunciazione, San Giorgio e il drago ed una croce di epoca carolingia.
Conosciutissimo e meta di pellegrinaggi è il Santuario della Madonna della Neve che ricorda l'apparizione della Vergine l'8 luglio 1519 ad un giovane muto. La chiesa attuale, che ha preso il posto dell'antico tempio del 1520, è opera dell'arch. Gasparo Turbini, terminata nel 1776 in forma ottagonale con cupola centrale alta 23 metri. La cripta ospita opere lignee rappresentanti l'apparizione. La pala dell'altare maggiore è attribuita a Grazio Cossali (1563-1629). Pregevole opera del Fantoni è il gruppo di statue dell'altare di San Francesco di Paola (1736). Il Santuario è retto dai frati Carmelitani scalzi dal 1912. Il 5 agosto di ogni anno è raggiunto da ogni abitante della Franciacorta e da numerosi pellegrini per la festività religiosa ed il contorno di sagra con bancarelle di dolciumi e giocattoli. Un edificio rustico del grande complesso del Santuario ospita un piccolo museo della seta e della canapa. Il luogo che anticamente era una cava di sabbia detta dell'oneto per la fitta vegetazione, è una piccola oasi di serenità.
Dietro la chiesa parrocchiale tra via Cavour e via Tullio Dandolo è collocato il museo della Parrocchia. L'edifico del XVII secolo, già abitazione dei campanari, ospita oggetti, tessuti, arredi e tele, testimonianza di arte, fede e devozione. Di particolare pregio gli argenti a sbalzo, cesello e fusione, riccamente decorati, provenienti dalle celebri botteghe orafe bresciane e lombarde. Notevole anche la qualità e la varietà dei paramenti sacri finemente ricamati. Tra le tele spiccano la Madonnina del Malatesta di ispirazione raffaellesca oltre a opere dei Paglia (1636-1713) di Ottavio Amiconi (1605-1661) e Luca Mombello (1520-1553)
Adro fu anche località di villeggiatura di nobili famiglie che vi fecero edificare ville e palazzi come Villa Terzi - Cochard in stile cinquecentesco, il seicentesco Palazzo Pradella già Terzi e Pecchio, con insoliti affreschi di Giuseppe Manfredini e Villa Giulia, della famiglia De Riva, su disegno del Tagliaferri, in stile inglese.
Torbiato, frazione di Adro dal 1928, è un piccolo centro che deve il suo nome al terreno paludoso ricco di torba, posto su un'altura circondata da prati coltivati, vigneti e boschetti. Feudo del Monastero di San Faustino di Brescia nel IX secolo, conserva nella titolazione della parrocchiale la devozione ai Santi bresciani Faustino e Giovita. La chiesa settecentesca ospita una pala attribuita a Pietro Marone ed opere di Antonio Paglia. Il tabernacolo ligneo è della scuola dei Fantoni. Nobili dimore sono la cinquecentesca Villa Suardi ora Pontoglio, circondata da un grande parco, Villa Calini-Carini, costruzione originale forse del XVI radicalmente restaurata con gusto neoclassico e Villa Berlucchi già costruzione rurale intorno ad una casa torre. Un angolo di particolare fascino è composto dai resti dell'antico castello che inglobava fra le sue mura la chiesa di San Faustino; ancora visibili l'abside romanica ed il campanile settecentesco.
Bella la vista che attraverso la campagna franciacortina giunge fino al lago d'Iseo

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Palazzo Bargnani Dandolo
La parrocchiale dedicata a S. Giovanni Battista  e fontana attribuita alla scuola di Rodolfo Vantini
L'antica parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta
Santa Maria in Favento
 I ruderi del rivellino (porta d'ingresso del sistema difensivo)
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