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Ungari che imperversavano nella regione. Nel corso dei secoli
l'antichissimo recetto si trasformò in castello fortificato
giunto ai giorni nostri purtroppo quasi totalmente modificato,
soprattutto dagli interventi ottocenteschi. Ancora originali
sono solo un muro con due torri d'angolo circolari.
La storia racconta che il castello fu teatro di eventi e vicissitudini
che ne testimoniano l'importanza.
Nel 1242, Re Enzo di Gallura ne fece il centro di operazioni
militari e nel 1326 venne devastato dalle truppe di Azzone
Visconti. Nel 1428, durante le lotte tra il Gattamelata ed
il Piccinino, venne assoggettato da quest'ultimo e nel 1512,
durante il sacco di Brescia ad opera dei francesi di Gastone
di Foix, venne svaligiato e vi furono uccise numerosissime
persone.
All'interno delle mura si trova la cinquecentesca chiesa della
Madonna in castello che ospita una immagine molto venerata
dagli abitanti.
La chiesa parrocchiale,
dedicata a San Pancrazio
è opera dell'arch. G. Marchetti e venne costruita dal
1740 al 1790. L'interno è ricco di tele, decorazioni
in stucco e affreschi del Teosa e di Pietro Scalvini. Le statue
in pietra che ornano la facciata rappresentano San Pancrazio
e San Gottardo che è anche il patrono del paese. Presso
il cimitero si erge la chiesetta dedicata a San Gottardo,
vescovo bavarese, con abside documentata dal 1449. La festa
patronale si celebra il 4 Maggio.
Tra gli edifici signorili sono da segnalare i settecenteschi
palazzo Guaineri già
Martinengo Villagana, palazzo Sandrinelli
ora sede municipale e palazzo Oldofredi.
La fiorente attività agricola originale ha lasciato,
in parte, il posto alle numerose attività artigianali
tessili e meccaniche ed ora anche industriali. Il nucleo storico
non ha comunque modificato la sua impronta che rimane di dimensioni
ridotte e di tranquilla vita quotidiana. La vasta piazza prospiciente
il castello è tutt'oggi luogo di incontri, di giochi
di bimbi e di chiacchiere lontano dal rumore e dal traffico.
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