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Rovato

Il comune di Rovato è geograficamente collocato ai piedi del Monte Orfano nella parte meridionale della Franciacorta. Del comune fanno parte anche sette frazioni situate nella zona meridionale del paese: Bargnana, Duomo, Lodetto, S. Anna, S. Andrea, San Giorgio e San Giuseppe.
Cosa vedere:
Parrocchiale di Santa Maria Assunta
La chiesa dell'Assunta è sorta alla fine del 1500 su disegno dell'architetto Giulio Todeschini, sul luogo già occupato dalla precedente costruzione trecentesca

dedicata a S. Maria. Fu edificata grazie all'opera di rinnovamento intrapresa da S. Carlo Borromeo, che a Rovato soggiornò a lungo durante le visite alle varie parrocchie della Franciacorta.
La facciata mostra un massiccio portale ligneo inserito in un raffinato stipite in pietra di Sarnico, arricchito da un protiro ispirato al lavoro artistico del Bramante. L'interno dell'Assunta, nonostante gli interventi ottocenteschi, possiede tuttora questi antichi elementi planimetrici ed estetici. A metà ottocento l'illustre architetto Vantini, che per Rovato aveva già progettato la piazza, fu convocato dal prevosto, don Carlo Angelini, per studiare un'opera di restauro.

Chiesa della Madonna di Santo Stefano
La chiesa di Santo Stefano è situata ai piedi del Monte Orfano.
In origine era una diaconia per il soccorso dei viandanti.
Fu eretta nel 700 d.C. quando i Longobardi erano ancora in Italia.
Mentre San Michele era la chiesa dei Longobardi, Santo Stefano era invece la chiesa della popolazione rovatese. Era molto piccola, con una sola navata, identificabile oggi con la navata centrale.
Santo Stefano sarà poi ampliata e modificata con l'aumento del numero dei fedeli, per tale ragione troviamo un complesso ibrido nelle strutture architettoniche, dal paleocristiano al romanico, con influssi di gotico nella struttura, che nella forma attuale presenta tre navate.
All'interno furono restaurati i numerosi affreschi. Da segnalare tra questi ultimi "la Madonna con il Bambino Gesù" e il "Cristo Pantocratore". Sull'altare, entro un trono marmoreo di stile neogotico, è racchiusa l'immagine della "Madonna con il Bambino Gesù", ritto in piedi sulle ginocchia della Madre. Siede in posizione frontale su di un ricco trono di stile gotico fiorito. Questo affresco è diventato il simbolo della devozione mariana della Chiesa di S. Stefano.
Convento dell'Annunciata sul Monte Orfano
Il convento della SS. Annunciata è la maggiore attrattiva architettonica del Monte Orfano. "Luogo dello spirito, sorto dall'incontro tra architettura e natura…", (come lo definisce Ermes Ronchi, autore di un volume dedicato a questa costruzione). Il convento fu edificato tra il 1449 e il 1503 dalla congregazione dei Servi di Maria, nella posizione dove possiamo ammirarlo tutt'oggi e dove un tempo esisteva una cappella intitolata all'Annunciata. Nel 1700 con l'arrivo della Serenissima fu privato della sua componente religiosa ed ebbe varie vicissitudini e vari utilizzi finché, nel 1960, i frati ne riacquisirono il possesso, iniziandone la ristrutturazione. Al suo interno si può ammirare un affresco del Romanino e un crocifisso ligneo del Cinquecento; particolarmente interessanti dal punto di vista architettonico il doppio chiostro e l'ampio loggiato.
Chiesetta di San Michele
La chiesa, situata sul Monte Orfano, è antichissima.
La tradizione afferma che S. Michele sorse su una piazzola druidica chiamata "castello delle streghe", come luogo di culto per divinità pagane. Da tempio pagano fu trasformata nel periodo costantiniano in una chiesa della collettività rovatese; con la discesa dei longobardi, la chiesa divenne poi il luogo di culto di tale comunità. Sempre secondo la tradizione al tempo dei longobardi il primo mercato di bestiame rovatese non era situato nel centro del paese ma presso il piazzale antistante la chiesa di S. Michele. Una testimonianza della presenza del mercato può scorgersi nell'affresco dell'abside sul quale è raffigurato un recinto con delle pecore. La chiesetta ad una sola navata, di forma rettangolare con un abside semicircolare è da sempre famosa per i suoi affreschi, alcuni riapparsi in tutta la loro bellezza dopo i restauri degli anni ottanta, altri strappati negli anni 70.
La Chiesa di San Rocco
La chiesa rovatese oggi dedicata a San Rocco era originariamente intitolata a San Martino (vescovo di Tours e padre del monachesimo occidentale prebenedettino), che godeva di notevole popolarità grazie anche all'influenza benedettina sulla zona.
La struttura, orientata in direzione est-ovest, sorge su una zona all'epoca interessata da frequenti allagamenti provocati dal torrente Plodio (che, attraverso la Val Marzia, scaricava le acque dai rilievi morenici a nord di Rovato) e poi bonificata proprio dai monaci benedettini. Della primitiva forma medioevale la chiesa conserva, nonostante i secoli e i numerosi rifacimenti, ancora vistosi segni, primo fra tutti l'abside, con basamento in ceppo del Monte Orfano, lesene e pilastri a suddividerla, archi ed elementi decorativi in cotto.
Castello
Fortificazione d'origine romana sull'ossatura della quale fu eretto il Castello a pianta rettangolare, con all'interno sei strade abitate e la casa comunale, lungo ben trecento metri e largo centocinquanta.
Nella parte di sud-est, si apriva una grande piazza, la piazza delle Carampane, con una chiesetta in corrispondenza dello spigolo del forte. Un particolare strategico molto interessante, nella rete viaria del castello, è rappresentato dal fatto che le porte sono fuori asse, onde evitare scorrerie veloci e trasversali da parte degli avversari, mentre il reticolo viario è rigorosamente ortogonale, di sapore ancora romano. Costruito non su una collina, ma su un rialzo del terreno, dovuto alla terra riportata e alle macerie delle primitive costruzioni, era intersecato da sotterranei e difeso da una grande fossa - ancora oggi visibile - dell'ampiezza di una decina di metri che attingeva l'acqua dal cosiddetto "Pozzo lungo" situato nelle vicinanze.
Piazza Cavour
Da quasi due secoli piazza Cavour, identificabile dallo stupendo porticato semicircolare che la delimita a nord e dalla caratteristica pavimentazione a ciottoli, è il cuore pulsante di Rovato. L'opera fu promossa nel 1838 dall'allora Prevosto, Carlo Angelini, con lo scopo di farne la "piazza del mercato".
Palazzo Porcellaga
I Porcellaga erano un' antica famiglia originaria d'Iseo, che si era arricchita con il commercio del bestiame, e aveva acquistato, oltre ad un titolo nobiliare di conti, anche molte possidenze a Rovato e a Roncadelle. Il progetto di costruzione del palazzo è ideato prima da Ottaviano (membro di questa famiglia), insieme alla moglie Veronica.
Altre costruzioni significative
Resti di Palazzo Gigli, trasformato in casa nel 1500, con la scomparsa del grande stemma sul portale e la mortificazione degli elementi architettonici; casa di Via Larga, fatta edificare nel 1600, forse dai Rovati. Notevole per le inferriate della facciata e per il portico a pilastri bugnati sul cortile; villa Spalenza, del 1600; casa Cocchetti, realizzata dal Vantini; casa di via Bonvicino 24, del 1400, con un bel portale e nel cortile un porticato; casa Frassine già Vezzoli a San Giuseppe, del 1400.
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