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Di antichissime origini, il territorio di Coccaglio,
che deve probabilmente il nome alla sua collocazione
geografica "a capo dell'Oglio", stende
ai piedi del Monte Orfano il suo nucleo storico raccolto
nel perimetro che fu del castrum romano. Abitato fin
dall'età del bronzo, già pago romano,
fu in seguito sede di una delle più importanti
pievi bresciane con giurisdizione su Cologne, Chiari,
Castrezzato e Rovato. Nel medioevo, uno dei tipici castelli
posti a difesa dei confini tra Brescia e Bergamo, venne
edificato sull'impianto del castrum.
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Coinvolto negli scontri tra Guelfi e Ghibellini, il paese
fu sotto il dominio di Azzone Visconti nel 1326, di
Pandolfo Malatesta nel 1406 e di Luigi XII di Francia
nel 1509 e venne saccheggiato dai Lanzichenecchi nel 1528.
Gli anni successivi furono, come per tutto il resto del territorio
bresciano, anni di pace sotto la dominazione veneta, seguiti
dall'occupazione francese e quindi austriaca.
Vestigia archeologiche e architettoniche documentano alcune
delle vicissitudine storiche come le basi della fortificazione
romana del I secolo a.C. sulle quali furono erette le torri
del castello medievale che ancora si possono vedere nel centro
storico. Accanto alla torre romana, nei secoli XII- XIII,
venne edificata la pieve di Santa
Maria, dedicata poi a San
Giovanni Battista e ampliata nel XIV secolo. Tra
le opere in essa presenti sono da menzionare una statua lignea
di Cristo alla colonna ed una tela di Vincenzo Civerchio
raffigurante Sant'Antonio e Sant'Orsola. Tra
gli anni 1719 e 1737, su disegno di Antonio Corbellini, venne
costruita la nuova parrocchiale Santa
Maria Nascente, terminata solo nel 1759 e arricchita
da numerose opere d'arte. L'elegante facciata è dovuta
a Giovanni Donegani; il portale è opera di Bernardino
Carboni. Lungo la bella strada pedemontana che collega
Coccaglio a Cologne si trova la chiesetta
di San Pietro, di origine medievale, con affreschi
dei secoli XV e XVI.
La campagna che ancora contorna Coccaglio è ricca di
antiche cascine e dimore signorili. E' un semplice palazzo
al quale si accede tramite una scalinata con balaustra, con
un curioso corpo centrale avanzato, formato da quattro colonne
in pietra di Sarnico terminanti in un frontone, la secentesca
Villa Calini già Duranti
a Ingussano. In località Valenza si trova villa
Maffei Lechi, elegante villa settecentesca con
porticato ed in località Lumetti sorge il settecentesco
Palazzo Chizzola ora
Porro Schiaffinati.
Sulla strada verso Cologne, circondata da vigneti, si staglia
una capricciosa costruzione, conosciuta come tenuta Castellino,
fatta costruire da un nipote di Andrea Tonelli, carbonaro
risorgimentale, nativo di Coccaglio, incarcerato dal 1822
al 1830 allo Spielberg.
Coccaglio è noto nel mondo della musica per aver dato
i natali, nel 1553, a Luca Marenzio uno dei più
noti madrigalisti del suo tempo che, attento al ritmo portò
il madrigale ad essere composizione essenzialmente musicale
senza essere schiava del testo. Musicista eccelso, fu celebrato
in molte corti europee. Morì a Roma nel 1599. Una colonna
sovrastata da una lira con l'iscrizione "il più
dolce cigno d'Italia" è il monumento a lui dedicato
nell'omonima piazza del paese.
Una ripida salita porta verso il Convento
dell'Annunciata, che dalle pendici del Monte Orfano,
ma in comune di Rovato, domina l'abitato e ne connota il profilo.
Oggi, il paese che sa ancora esprimere il senso di comunità
attraverso numerose associazioni di volontariato e che conserva
con la presenza del corpo bandistico e di cori una grande
passione per la musica, è un attivissimo centro di
imprenditoria industriale, il cui sviluppo venne favorito,
a meta dell'ottocento, dai collegamenti ferroviari, ma le
antiche origini agricole sono mantenute vive dall'attività
delle cantine produttrici dei pregiati vini D.O.C di Franciacorta.
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