|
|
Ad aula unica con archi trasversi, sostenenti un tetto
a vista: è la linea di transizione tra romano-gotico
e Rinascimento. Databile al XV secolo. All'interno a
destra vi è un'acquasantiera seicentesca. Al
centro dell'abside, vi è un affresco raffigurante
S. Fermo, attribuito a Giovanni da Ulma. Un dipinto
a olio sulla parete sinistra, raffigurante S.Antonio
da Padova e di Carlo Baciocchi, datato 1563. Il culto
di S. Fermo (martire bergamasco come S. Rustico) si
diffonde nel veronese attorno al IX secolo e poi nel
bresciano:
|
|
|
|
La leggenda di San Fermo e Rustico
La leggenda racconta che i Santi Fermo e Rustico nacquero
in Bergamo, città originaria della antica e nobile
famiglia dei Crotta, della quale, i due Santi Martiri erano
discendenti.Fermo e Rustico furono testimoni del martirio
del loro maestro sant'Alessandro e di molti altri cristiani.
Anch'essi si convertirono al Cristianesimo e si impegnarono
a diffondere il Vangelo benché l'imperatore romano
d'occidente, Massimiano Erculeo, incoraggiava a perseguitare
i cristiani. Fermo trascorreva buona parte della sua giornata
in preghiera e aiutando i bisognosi. La sua casa era sempre
aperta ai pellegrini e ai poveri.Divenne un personaggio così
famoso in tutta la Galilea Cisalpina che Massimiano ordinò
di catturarlo nella sua villa detta Almé dove si era
ritirato per meglio dedicarsi agli studi sul Cristianesimo.
Mentre Fermo arrestato veniva trasferito, incontrò
Rustico che si unì a lui sulla strada del martirio.Non
essendo stato possibile raggiungere Milano in quel giorno,
il gruppo dei pretoriani fu costretto, al calare della sera,
ad alloggiare in un luogo chiamato Cassina in Grignano, dove
ora esiste una piccola chiesa di San Fermo, fatta costruire
dai fedeli cristiani in ricordo della ospitalità data
ai Santi Martiri. Raggiunta Milano,portati in presenza di
un questore di Massimiano, Fermo e Rustico vennero torturati
perché si rifiutarono di abbandonare la loro fede cristiana.
Da Milano vennero trasferiti a Verona passando per Caravaggio
dove compirono due miracoli. A Verona furono uccisi.
|
|